Nell'
Europa medievale si chiamavano corporazioni le associazioni di tutti coloro che
in una determinata città esercitavano lo stesso mestiere, ad esempio i
mercanti, i banchieri, i notai, i fabbri, i calzolai e i costruttori. Queste
corporazioni conobbero il loro maggiore sviluppo tra Duecento e Trecento e
andarono declinando e poi scomparendo tra Seicento e Settecento. In Italia, nel
Medioevo, queste corporazioni si chiamavamo prevalentemente Arti o Mestieri,
nei paesi di lingua germanica Gilde.
Se
osserviamo i nostri centri storici possiamo a volte incontrare testimonianza
del passaggio e dell’opera di queste corporazioni; nel nostro caso a Barga, in
Via del Giardino al n.99, nella traversa che va a palazzo Baiocchi, è stato
rinvenuto in un angolo di un vecchio fabbricato uno stemma murato a rovescio
che rappresenta l'insegna di una corporazione che ha operato a Barga. Le notizie che abbiamo sul castrum di Barga sono di
difficile interpretazione e i pochi documenti pervenuti a oggi ci danno
informazioni su un originario nucleo fortificato intorno al Duomo, legato al
culto di San Cristoforo.
Questo luogo, nei
secoli conteso da Lucchesi, Pisani e Fiorentini, divenne un rinomato centro per
lo scambio delle merci provenienti da Coreglia, dal modenese e dalla Garfagnana.
Dopo la morte di Castruccio Castracani, avvenuta il 3 settembre 1328, i
Barghigiani si dichiararono il 31 gennaio 1331 sudditi di Firenze, nel momento
storico in cui la potenza di Lucca andava repentinamente sgretolandosi.
La città di Lucca
dopo la scomparsa di Castruccio venne più volte venduta e comprata; nel 1341 i
Fiorentini la acquistarono per 100 mila fiorini d'oro. Non appena i Pisani
appresero che i Fiorentini avevano acquistato Lucca, sicuri di essere
indeboliti da quell'ingrandimento territoriale, il 1 agosto 1341 la occuparono
prima ancora che i Fiorentini ne prendessero possesso. In seguito i Pisani
incorporarono le Vicarie di Coreglia e Castiglione, ma non riuscirono mai a
sottomettere Barga, grazie anche alla sua posizione e alle opere difensive.
Dopo tali
avvenimenti Barga godette di un lungo periodo di pace, migliorando le proprie
condizioni economiche ed intensificando il commercio. La popolazione crebbe di
numero, si costruirono nuove case e la vita del castello, svoltasi fino allora
intorno al Duomo, si andò a poco a poco spostando verso valle, attorno a quella
piazza che, in onore di Firenze, fu chiamata di Santa Maria Novella, divenuta
in seguito Piazza Pietro Angeli.
In questo periodo
mercanti, pittori e costruttori orbitarono a Barga arricchendo il luogo di
opere: lo stemma trovato nell’angolo del fabbricato ci fornisce una traccia
sostanziale della presenza di personale altamente qualificato che operò
sicuramente negli interventi intorno alle mura di Barga. Ciò è evidenziato
dalla presenza dei tre rettangoli all’interno del campo dello scudo; tali
rettangoli rappresentano il plinto,
questo simbolo è collegato alla costruzione delle torri e dei castelli
feudali, e richiama anche le feritoie
per le quali passavano le balestre. Il numero tre rappresenta: la matrice di
perfezione che richiama la Genesi (40,10); i tre tralci intesi come forza e
virtù; Virgilio cantò “Numero Deus imparate gaudet” (“Il Dio si compiace del
numero dispari”).
Se analizziamo il
lavoro dell'araldista Goffredo di Crollalanza, nella sua “Enciclopedia
Araldico-cavalleresca” il numero tre viene collegato ai tre pilastri
simboleggianti la costanza, dote unica di coloro che dedicavano il tempo alla
costruzione di mura e fortezze.
Arch.Giancarlo
Marovelli
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