Un labirinto
“baltico” sull’Adriatico!
Nel punto più occidentale
dell’Istria, si trova la penisola di Salvore, luogo che vanta un ricco
patrimonio archeologico culturale dato dalle rovine di epoca romana e dalle
numerose chiese e monasteri presenti nell’area.
Inoltre è presente sulla sua punta più occidentale il
Faro di Salvore, un’imponente struttura alta 36 metri, progettata
dall’architetto Pietro Nobile nel periodo dal 1817/1818, per garantire una
sicura navigazione verso il porto di Trieste. Questo è stato il primo faro al
mondo a impiegare per l’impianto d’illuminazione il gas ottenuto dalla
distillazione del carbone.
La zona è famosa anche per lo scontro avvenuto nel 1177,
pochi mesi dopo la battaglia di Legnano, tra le galere veneziane sostenute da
papa Alessandro III e le imbarcazioni genovesi e pisane, alleate
dell’imperatore Federico I Barbarossa. La flotta veneziana comandata dal
doge Sebastiano Ziani e Nicolò Contarini, nascosta nel vallone di Pirano, colse
di sorpresa gli avversari, sbaragliando la flotta e fece prigioniero lo stesso
comandante, uno dei figli del Barbarossa.
In questa zona ricca di storia è stato scoperto un
labirinto spiraliforme inciso su una roccia della scogliera, la tipologia del
manufatto è di tipo “baltico” unicursale, troviamo questo simbolo d’identica
forma in Svezia sull’isola di Gotland, in Carelia e Mar Bianco (quindi identici
a quelli studiati da Giancarlo Pavat, proprio in Scandinavia e nel
Baltico NDR). In Italia lo troviamo in Puglia a 30 km da Bari nel piccolo paese
di Conversano, all’interno dell’antico chiostro del monastero di San Benedetto,
raffigurato su di un capitello della campata ovest, del chiostrino. Come
illustrato nel libro “Fino all’ultimo Labirinto” (2013) che mi vede
coautore assieme a Giancarlo Pavat, Fabio Consolandi, Luca Pascucci e Fabio
Ponzo.
Questo simbolo era molto diffuso nel Medioevo e il suo
valore simbolico era dato dal percorso tortuoso che l’uomo doveva fare, per
raggiungere la salvezza. Troviamo labirinti lungo gli itinerari percorsi dai
pellegrini, ma in questo caso l’area non era sulla via di pellegrinaggi di
conseguenza la sua matrice doveva essere essenzialmente esoterica, usato per
rituali per propiziare la fertilità oppure per l’abbondanza della pesca.
L’insenatura naturale era chiusa da due moli. II
meridionale era lungo circa 110 metri, mentre quello settentrionale poco piu’
di 50. II molo a nord è stato ricostruito nel 1996 e munito sulla punta di un
fanale luminoso. Durante i lavori e le pietre delle strutture originarie sono
state recuperate e inserite poi nelle nuove strutture portuali. La strada che
dalle case di Salvore porta al molo è stata costruita nel 1929. In
quell’occasione furono praticati degli sterri che riportarono casualmente alla
luce un grosso muro, un condotto e numerosi reperti. Tra questi spicca una
statuetta di bronzo della dea Isis, risalente al II secolo d. C. , testimonia
il fenomeno del sincretismo tra la dea orientale della fertilità Isis e la dea
romana della fortuna chiamata appunto Fortuna. E’ esposta nel Museo archeologico
dell’Istria a Pola. Resti consistenti di mura si vedono ancora oggi in
particolare sul lato sud della baia. Qui sono conservati anche i resti di una
cisterna. Lo sviluppo di quest’area nelle epoche successive è scarsamente
documentato. Le notizie a disposizione c’informano che nel 1463 nelle campagne
del territorio di Salvare si sono insediate varie famiglie originarie dalla
Dalmazia.
Se analizziamo il labirinto, si
rileva che è suddiviso in sette cerchi, questo numero, a causa della sua
composizione aritmetica, rappresenta per la natura umana, la massima
perfezione: esso consta del primo pari e del primo dispari, cioè del primo
numero divisibile e del primo numero indivisibile, perciò il giubileo, che
rappresenta la pace perfetta, si compone di sette settimane. Da ciò anche i
sette spiriti che stanno al cospetto del trono di Dio (Ap.1,4) e i sette
pani con cui Cristo saziò quattromila persone (Mt.15,34) significa la
settiforme grazia dello Spirito Santo. Non sottovalutiamo che rappresenta anche
l’unione tra terra e cielo che porta all’ascesa virtuosa e diventa un mezzo con
cui arrivare alla sapienza necessaria per varcare la soglia ed essere iniziati,
all’ingresso della caverna cosmica. in conclusione non sapremo mai con
precisione quando, da chi e perché sia stato realizzato il labirinto sulla
roccia di Salvore, ma sicuramente possiamo essere certi che è stato scolpito
per indicare una via, un percorso energetico spirituale, per raggiungere e
attivare la Monade attraverso le funzioni sensoriali, intuitive di coloro che
in passato ne facevano uso.
(Giancarlo Marovelli)
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